iL CARDINALE ROMEO FA UN BILANCIO DELLE CELEBRAZIONI A PALERMO
PALERMO. Dalla parrocchia di san Gaetano, a Brancaccio, a quella di Godrano. L'ultima chiesa e la prima in cui il beato padre Pino Puglisi ha svolto il suo ministero sacerdotale sono state il punto di partenza e di arrivo della peregrinatio della reliquia del sacerdote ucciso dalla mafia. Un’iniziativa che si è conclusa nell’Arcidiocesi di Palermo ma che continuerà nelle chiese delle altre diocesi siciliane.
Ogni parrocchia che ricade nel territorio dell'Arcidiocesi di Palermo, in tutto 178, ha ospitato durante l'anno pastorale, da settembre a luglio, un frammento della costola del beato. L'iniziativa, che si è conclusa in questi giorni, è stata organizzata dalla curia per dare l'opportunità ai fedeli di conoscere meglio la figura del sacerdote ucciso dalla mafia. «Spesso - spiega il vescovo ausiliare, monsignor Carmelo Cuttitta - è conosciuta sommariamente. Così abbiamo deciso di attivare questo percorso». Un percorso in cui la reliquia è stata accompagnata anche da una mostra itinerante; in pratica, alcuni pannelli con messaggi, riflessioni e la presentazione della figura di padre Puglisi sono stati esposti nelle chiese dove è stata accolta la reliquia. Le comunità parrocchiali, invece, hanno organizzato per l'occasione anche conferenze e musical sul primo martire ucciso dalla mafia. «Abbiamo voluto che attraverso la presenza della reliquia - spiega monsignor Cuttitta - i fedeli avessero la possibilità di conoscere la testimonianza martiriale del sacerdote e la sua persona perché la sua figura non venga ridotta a un santino». In questo percorso, appena concluso, l'Arcidiocesi ha utilizzato anche i social network per comunicare gli appuntamenti. Ma l'aspetto che ha più colpito l'Arcivescovo, Paolo Romeo, è la comunione tra le varie parrocchie. I fedeli, infatti, si sono recati nella chiesa che ha custodito la reliquia per ritirarla e portarla nella propria oppure l'hanno portata in processione nella parrocchia che avrebbe dovuto riceverla. «La figura di padre Puglisi è riuscita ad avvicinare le parrocchie tra di loro - spiega il cardinale Romeo -. È stato un vero e proprio momento di comunione». A seguire le celebrazioni sono stati i vicari episcopali, ma spesso ha aperto o concluso le celebrazioni l'Arcivescovo o il vescovo ausiliare. «Si è colto grande entusiasmo nelle comunità - aggiunge Cuttitta -, grande voglia di accogliere l'esempio di don Puglisi». Migliaia sono stati complessivamente i fedeli che hanno partecipato all'iniziativa. Ma la peregrinatio della reliquia non è finita.
Dal prossimo anno pastorale - confermano dal palazzo Arcivescovile - potrebbe essere ricevuta anche dalle parrocchie di altre diocesi siciliane. In molte hanno chiesto alla curia palermitana di poterla accogliere. «Vogliamo invitare a riflettere sulle tre linee portanti del ministero di padre Puglisi: la formazione dei giovani, l'accompagnamento delle famiglie e l'interesse per i problemi del territorio. Tre aspetti - dice Romeo - che oggi la chiesa di Palermo vuole tenere presenti».
Filippo Passantino
Ogni parrocchia che ricade nel territorio dell'Arcidiocesi di Palermo, in tutto 178, ha ospitato durante l'anno pastorale, da settembre a luglio, un frammento della costola del beato. L'iniziativa, che si è conclusa in questi giorni, è stata organizzata dalla curia per dare l'opportunità ai fedeli di conoscere meglio la figura del sacerdote ucciso dalla mafia. «Spesso - spiega il vescovo ausiliare, monsignor Carmelo Cuttitta - è conosciuta sommariamente. Così abbiamo deciso di attivare questo percorso». Un percorso in cui la reliquia è stata accompagnata anche da una mostra itinerante; in pratica, alcuni pannelli con messaggi, riflessioni e la presentazione della figura di padre Puglisi sono stati esposti nelle chiese dove è stata accolta la reliquia. Le comunità parrocchiali, invece, hanno organizzato per l'occasione anche conferenze e musical sul primo martire ucciso dalla mafia. «Abbiamo voluto che attraverso la presenza della reliquia - spiega monsignor Cuttitta - i fedeli avessero la possibilità di conoscere la testimonianza martiriale del sacerdote e la sua persona perché la sua figura non venga ridotta a un santino». In questo percorso, appena concluso, l'Arcidiocesi ha utilizzato anche i social network per comunicare gli appuntamenti. Ma l'aspetto che ha più colpito l'Arcivescovo, Paolo Romeo, è la comunione tra le varie parrocchie. I fedeli, infatti, si sono recati nella chiesa che ha custodito la reliquia per ritirarla e portarla nella propria oppure l'hanno portata in processione nella parrocchia che avrebbe dovuto riceverla. «La figura di padre Puglisi è riuscita ad avvicinare le parrocchie tra di loro - spiega il cardinale Romeo -. È stato un vero e proprio momento di comunione». A seguire le celebrazioni sono stati i vicari episcopali, ma spesso ha aperto o concluso le celebrazioni l'Arcivescovo o il vescovo ausiliare. «Si è colto grande entusiasmo nelle comunità - aggiunge Cuttitta -, grande voglia di accogliere l'esempio di don Puglisi». Migliaia sono stati complessivamente i fedeli che hanno partecipato all'iniziativa. Ma la peregrinatio della reliquia non è finita.
Dal prossimo anno pastorale - confermano dal palazzo Arcivescovile - potrebbe essere ricevuta anche dalle parrocchie di altre diocesi siciliane. In molte hanno chiesto alla curia palermitana di poterla accogliere. «Vogliamo invitare a riflettere sulle tre linee portanti del ministero di padre Puglisi: la formazione dei giovani, l'accompagnamento delle famiglie e l'interesse per i problemi del territorio. Tre aspetti - dice Romeo - che oggi la chiesa di Palermo vuole tenere presenti».
Filippo Passantino
Giornale di Sicilia 2 agosto 2014
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