martedì 9 settembre 2014
UN POST AL GIORNO VERSO IL 15 SETTEMBRE/7 IL PERDONO
Dopo avere esaminato il metodo educativo di padre Puglisi in tre tappe, oggi esamineremo uno dei principali "fili rossi" del suo insegnamento, che si ritrova da Godrano a Brancaccio: il perdono.
A Godrano, paese in cui 3P lavorò negli anni Settanta, le famiglie erano lacerate da una faida che aveva provocato diversi omicidi. Il nuovo parroco tentò di scardinare i muri di ostilità con l'esperienza dei cenacoli (in collaborazione con il movimento Presenza del Vangelo e altri amici).
La riflessione di padre Pino iniziava dall'etimologia della parola: per-dono. La particella "per" anteposta esprime un potenziamento del dono (in greco "uper", in latino "super").
E 3P per farsi capire aveva pronto un esempio:
"Avete presente il super-mercato?", chiedeva ai parrocchiani).
Quindi perdonare è un donare al massimo, senza limiti. E' l'uomo che ha ricevuto da Dio il dono massimo, la vita, e da Dio continua a ricevere perdono, misericordia.
Ecco una riflessione di 3P:
"Ciascuno di noi nei confronti di Dio ha quindi un debito insolvibile, nel senso che tutto quello che abbiamo viene da Lui. Ecco, da questa consapevolezza procede la misericordia del cristiano, che deve essere rivolta a tutti. Specialmente verso chi non sembra meritarla".
Ma il perdono cristiano non elimina il male commesso, non lo giustifica. Il vero perdono non annulla il male, ma lo riscatta con un dono gratuito.
A Godrano 3P invitava alla riconciliazione, non certo a cancellare le responsabilità di anni e anni di violenze. Perdonare è rinunciare alla vendetta, a farsi giustizia da sè. Lanciare un messaggio di amore e invitare alla conversione. Come Cristo sulla croce che chiede: Padre, perdonali".
Nei cenacoli la concezione del perdono veniva così ricondotta da 3P a una dimensione esistenziale: si tratta infatti di un aspetto del problema del male. Non ci sarebbe esigenza di perdono se non ci fosse il male, il peccato.
E visto che il male investe la vita di tutti, tutti dovremo, prima o poi, fare i conti col perdono.
A Godrano padre Puglisi visse personalmente un esempio di quanto detto:
una signora non riusciva a perdonare la famiglia di coloro che le avevano ucciso il figlio. E aveva confidato il suo tormento al giovane sacerdote. Padre Puglisi le aveva detto di pregare, pazientare e che un'occasione si sarebbe presentata.
Un giorno, la madre dell'assassino scivola e si ferisce proprio davanti alla porta di casa della signora. Lei la soccorre, la cura, la fa entrare e si riconcilia con se stessa e con quella famiglia.
Riflessione di 3P:
"La donna che aveva perdonato si sollevò così dal tormento del rancore. La donna perdonata invece era stata restituita alla sua dignità dal gesto d'amore. Amore significa innanzitutto saper perdonare e comprendere gli errori degli altri. Colui che vuole costruire la pace deve cercare di fare in modo che ovunque ci sia lo stimolo della riconciliazione e del perdono".
Nel link qui sotto una intervista su 3P sulla rivista on line "Stampa critica".
http://www.stampacritica.it/Primo_Piano/Voci/2013/5/31_Don_Pino_Puglisi__e_lui_che_ha_vinto.html%20www.stampacritica.it
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grazie e complimenti per la pagina e l'amore che nutri per 3P
RispondiEliminaCira D'Amato