Pino
Puglisi ebbe la vocazione nel 1953 a 15 anni, appena compiuto il primo biennio del
magistrale De Cosmi a Palermo. Per quei tempi (esisteva ancora il seminario minore) era una
vocazione adulta. Col sostegno della famiglia, in particolare della madre
Giuseppina e del fratello maggiore Gaetano (che gli fornì anche gran parte del
sostegno economico necessario) affrontò gli studi e riuscì a superare gli esami.
La richiesta di ammissione al seminario porta la data del 10 settembre 1953:
Pino Puglisi scrive di suo pugno in un foglio a righe, con una elegante grafia e
qualche svolazzo. La lettera comincia così: ”Seguendo le sante ispirazioni del Signore che
mi ha illuminato sulla vanità delle cose terrene e sulla grandezza della Sua
grazia, ho deciso di dedicarmi al servizio della Sua gloria ed al bene delle
anime". Il
giovane Puglisi festeggiò la vestizione chiericale il 7 dicembre del
1953.
In
seminario la vita non era comoda. Sveglia all'alba, preghiere, colazione,
mattinata di studio. Al pomeriggio, per chi era "prefettino" come Giuseppe, si
aggiungeva anche la responsabilità di tenere a bada una camerata di venti,
venticinque ragazzi del seminario minore. Il
rettore infatti quasi subito gli diede l'incarico di "maestro" dei piccolini. Ecco i
ricordi di don Pietro Cullotta: "Lo conobbi
al mio primo giorno in seminario. Ero stato ammesso a gennaio, in ritardo
sull'inizio degli studi. Subito i responsabili fecero chiamare Puglisi e
osservarono che grazie a lui avrei potuto recuperare facilmente il tempo
perduto. Ero appena un ragazzo, con le paure di quell'età. Guardavo con
preoccupazione la porta. Mi aspettavo e temevo di vedere arrivare un omaccione
che da quel momento avrebbe avuto in mano il mio destino. Invece entrò lui, così
piccolino, quasi gracile. Sorrise, mi sentii subito a mio
agio...".
Poi i seminaristi stavano ancora sui libri, fino a tardi. Nessun contatto con l'esterno, si tornava a casa
solo per i mesi estivi. E in quel momento Pino cominciò anche a conoscere grazie ai treni la
provincia di Trapani, visto che il fratello Gaetano si era trasferito a
Castelvetrano.
Una
dura disciplina, esami ponderosi, insegnanti severi. C'è una foto dell'agosto
1956 che ritrae Pino e altri seminaristi durante un'escursione sul Monte Cuccio:
tutt'intorno sole, rocce, erba riarsa dalla siccità. I ragazzi hanno le tonache
nere lunghe fino alle scarpe e i volti stravolti dalla fatica e dal caldo. Unica
concessione, il berretto bianco in testa e qualche borraccia d'acqua. In tutte
le foto di quegli anni spicca già il sorriso coinvolgente del giovane Pino,
mingherlino e con le orecchie a sventola ma dalla grande simpatia.
Tutto era illuminato dalla fede. In un quadernetto di appunti riporta una frase di Don Bosco: "Sacerdote! Datore di cose sacre, anello di
congiunzione tra Dio e l’uomo, fiaccola posta sul moggio, pioniere che apre la
strada del Regno dei cieli".
(1-continua)
Le
citazioni sono tratte da F. Deliziosi "Pino Puglisi - il prete che fece tremare
la mafia con un sorriso" (Rizzoli-i diritti d'autore vanno in beneficenza). Si ringrazia l'Archivio Don Giuseppe Puglisi
di via Bonello.
Il grande dono della vocazione sacerdotale
RispondiEliminaGiuseppe Lombardo
Grazie Francesco della condivisione. Non finiremo mai di ringraziare il Signore per il dono di Puglisi. Io sono a Lourdes con il pellegrinaggio Unitalsi e colgo l'occasione del contatto per farti tanti auguri di bene e santità.
RispondiEliminaDon Giovanni Basile
Il bene delle anime.
RispondiEliminaSergio Quartana
Il sacrificio per il riscato del popolo siciliano e, soprattutto, di quanti per lo strapotere delle forze malavitose sono destinati a vivere nella paura, nella miseria, nel silenzio e persino nell'anonimato.
RispondiEliminaTotò Lombardo
grazie per l'impegno profuso nel blog. E' bello ritrovare il Beato Don Pino Puglisi per chi l'ha conosciuto direttamente!
RispondiEliminaAgostina Aiello
Il sorriso di Padre Pino sembra quello che lo ha accompagnato per tutta la sua vita... La Sua grandezza: averlo donato per l'ultima volta a chi lo avrebbe spento per sempre...
RispondiEliminaAdriana Rossella Bellavia
Padre Puglisi sei sempre nel mio cuore.Ti affido la mia famiglia.
RispondiEliminaPina Grassadonia
Preghiamo per la conversione dei troppi ingannati dalle strutture di peccato che imperversano nelle terre siciliane, e ricordo che morto nel corpo un Puglisi, ne sorgono altri cento. Nessun demone incarnato, esattamente come i poveri diavoli che veleggiano i cieli per tentare di perderci, vinceranno. Siete degli sconfitti: e la vostra rabbia e la vostra violenza ne è la prova.
RispondiEliminaSe posso essre utile ,io ho vissuto a stretto contatto giornaliero con Padre Puglisi nel suo periodo di servizio all'Enaoli -Roosevelt e ci siamo sempre confrontati non solo sui problemi pedagogici ,ma anche sule attualità di tempi politicamente e civicamente intensi ed interessanti.
RispondiEliminaBuon pomeriggio, grazie del suo messaggio. Se vuole scrivere un suo ricordo del periodo del Roosevelt e sul suo rapporto con don Puglisi, potremmo esaminarlo per la pubblicazione sul blog. Cari saluti
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