Un'immagine della visita di Benedetto XVI a Palermo |
"Egli aveva un cuore che ardeva di autentica carità
pastorale; nel suo zelante ministero ha dato largo spazio all’educazione dei
ragazzi e dei giovani...imitatelo, è stato come il Buon Pastore evangelico":
parole di Papa Benedetto XVI su padre Pino Puglisi, pronunciate durante la sua
visita a Palermo il 3 ottobre 2010.
Dopo aver passato in rassegna gli interventi di Giovanni
Paolo II su don Pino
(questo il link al primo post:
oggi recuperiamo alla memoria quanto ha detto (e fatto)
il suo successore. La visita di quattro anni fa fu un momento importante che
fece intuire quanto la causa di beatificazione fosse ormai prossima alla
conclusione positiva.
Prima dell’estate del 2010 numerose associazioni
cattoliche palermitane e tantissimi cittadini avevano infatti sottoscritto una
lettera al Papa proprio per chiedere il riconoscimento del martirio del parroco
di Brancaccio. L'iter aveva subito
rallentamenti per le richieste di chiarimento avanzate dalla Congregazione per
le Cause dei Santi. E proprio per approntare gli approfondimenti in quell'anno
il cardinale Paolo Romeo aveva nominato il nuovo Postulatore, mons. Vincenzo
Bertolone.
Neanche un Pontefice può intervenire direttamente su una
causa del genere o sulla Congregazione. Ma durante la storica giornata a Palermo
- che si concluse con un omaggio a Giovanni Falcone e a tutte le vittime della
mafia in autostrada sul luogo della strage di Capaci - Papa Ratzinger per ben
tre volte volle ricordare la figura di don Puglisi: prima durante l’omelia sul
prato del Foro Italico, poi durante l’incontro col clero in cattedrale e infine
incontrando i giovani a Piazza Politeama. Ci fu anche un continuo scambio di
informazioni su padre Pino tra la Curia e la Postulazione da un lato e il
Vaticano dall'altro in modo da preparare al meglio la visita e i discorsi del
Papa.
La folla al Foro Italico di Palermo per Papa Benedetto XVI |
Riportiamo qui le frasi di Ratzinger che meglio di ogni
altro intervento ritraggono il carisma di don Puglisi evangelizzatore
all’interno della “sua” Chiesa, affiancato significativamente ad esempi di
santità:
“La tentazione dello scoraggiamento, della rassegnazione,
viene a chi è debole nella fede, a chi confonde il male con il bene, a chi pensa
che davanti al male, spesso profondo, non ci sia nulla da fare. Invece, chi è
saldamente fondato sulla fede, chi ha piena fiducia in Dio e vive nella Chiesa,
è capace di portare la forza dirompente del Vangelo. Così si sono comportati i
Santi e le Sante, fioriti, nel corso dei secoli, a Palermo e in tutta la
Sicilia, come pure laici e sacerdoti di oggi a voi ben noti, come, ad esempio,
Don Pino Puglisi. Siano essi a custodirvi sempre uniti e ad alimentare in
ciascuno il desiderio di proclamare, con le parole e con le opere, la presenza e
l'amore di Cristo.
Popolo di Sicilia, guarda con speranza al tuo futuro! Fa’
emergere in tutta la sua luce il bene che vuoi, che cerchi e che hai! Vivi con
coraggio i valori del Vangelo per far risplendere la luce del bene! Con la forza
di Dio tutto è possibile!” (Omelia al Foro Italico)
“La Chiesa di Palermo ha ricordato recentemente
l’anniversario del barbaro assassinio di Don Giuseppe Puglisi, appartenente a
questo presbiterio, ucciso dalla mafia. Egli aveva un cuore che ardeva di
autentica carità pastorale; nel suo zelante ministero ha dato largo spazio
all’educazione dei ragazzi e dei giovani, ed insieme si è adoperato perché ogni
famiglia cristiana vivesse la fondamentale vocazione di prima educatrice della
fede dei figli. Lo stesso popolo affidato alle sue cure pastorali ha potuto
abbeverarsi alla ricchezza spirituale di questo buon pastore, del quale è in
corso la causa di Beatificazione. Vi esorto a conservare viva memoria della sua
feconda testimonianza sacerdotale imitandone l’eroico esempio” (Incontro col
clero in cattedrale).
L'incontro del Papa con i giovani a piazza Politeama |
“Ed eccoci all’altro passaggio importante, che posso solo
accennare: la famiglia, per essere “piccola Chiesa”, deve vivere ben inserita
nella “grande Chiesa”, cioè nella famiglia di Dio che Cristo è venuto a formare.
Anche di questo ci dà testimonianza la beata Chiara Badano, come tutti i giovani
santi e beati: insieme con la famiglia di origine, è fondamentale la grande
famiglia della Chiesa, incontrata e sperimentata nella comunità parrocchiale,
nella diocesi; per la beata Pina Suriano è stata l’Azione Cattolica - ampiamente
presente in questa terra -, per la beata Chiara Badano il Movimento dei
Focolari; infatti, anche i movimenti e le associazioni ecclesiali non servono se
stessi, ma Cristo e la Chiesa.
Cari amici! Conosco le vostre difficoltà nell’attuale
contesto sociale, che sono le difficoltà dei giovani e delle famiglie di oggi,
in particolare nel sud d’Italia. E conosco anche l'impegno con cui voi cercate
di reagire e di affrontare questi problemi, affiancati dai vostri sacerdoti, che
sono per voi autentici padri e fratelli nella fede, come è stato Don Pino
Puglisi.
Ringrazio Dio di avervi incontrato, perché dove ci sono
giovani e famiglie che scelgono la via del Vangelo, c’è speranza. E voi siete
segno di speranza non solo per la Sicilia, ma per tutta l’Italia. Io vi ho
portato una testimonianza di santità, e voi mi offrite la vostra: i volti dei
tanti giovani di questa terra che hanno amato Cristo con radicalità evangelica;
i vostri stessi volti, come un mosaico! Ecco il dono più grande che abbiamo
ricevuto: essere Chiesa, essere in Cristo segno e strumento di unità, di pace,
di vera libertà. Nessuno può toglierci questa gioia! Nessuno può toglierci
questa forza! Coraggio, cari giovani e famiglie di Sicilia! Siate santi! Alla
scuola di Maria, nostra Madre, mettetevi a piena disposizione di Dio, lasciatevi
plasmare dalla sua Parola e dal suo Spirito, e sarete ancora, e sempre più, sale
e luce di questa vostra amata terra. Grazie!” (incontro con i giovani a
Piazza Politeama).
Pur nel rispetto dell’autonomia della Congregazione per
le Cause dei Santi, Benedetto XVI ha seguito in prima persona l’iter per il
riconoscimento del martirio e il lavoro della postulazione.
Ecco come il cardinale Salvatore De Giorgi (che aveva
aperto la causa nel 1998) racconta del notevole interesse del Pontefice per la
figura di don Puglisi: «Gli ho
parlato del parroco di Brancaccio sin dal primo incontro con lui appena eletto
Papa nella Cappella Sistina. Mi sono inginocchiato davanti a lui, e lui mi ha
abbracciato dicendo sorridente: “Ecco Palermo, ecco la Sicilia”. “Palermo, che
Lei ha conosciuto, Beatissimo Padre, - ho risposto - è certamente felice per la
sua elezione e si augura dal suo Pontificato la grazia più attesa dal Signore,
la beatificazione del sacerdote don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia”. Alcuni
mesi dopo, in una udienza privata, sono tornato a parlargli a lungo della vita
sacerdotale e del martirio di don Pino, sottolineando l’importanza ecclesiale,
pastorale e sociale del riconoscimento da parte della Chiesa del suo martirio
sacerdotale. Mi ha ascoltato con viva attenzione e mi ha detto: “Lo porto nel
cuore”. Una frase molto significativa, riferita col suo consenso anche alla
stampa.
Il cardinale Ratzinger con De Giorgi durante la visita a Palermo del Duemila |
Di padre Puglisi - prosegue De Giorgi - ho parlato col Papa anche in aereo in
occasione della sua visita pastorale a Palermo, è rimasto positivamente
impressionato sia per l’eccellente organizzazione sia per la partecipazione
numerosa e calorosa dei fedeli, in particolare dei giovani, a onore della Chiesa
palermitana e del suo Pastore, il cardinale Paolo Romeo. Per me, tuttavia, la
più emozionante sorpresa è stata quando ho ricevuto la comunicazione che in
occasione della celebrazione della Beatificazione (il 25 maggio 2013) avrei
rappresentato il Santo Padre. Mi sono commosso. E la commozione è cresciuta
quando, nel ringraziarlo di persona, il Santo Padre mi ha detto: “L’ho fatto con
tutto il cuore”. E lo spazio nel cuore di un grande Papa come Benedetto XVI don Pino certamente ce l'ha ancora, anche dopo la sua scelta - umile e coraggiosa - di passare il testimone a Papa Francesco.
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Tutte le citazioni sono tratte da F.Deliziosi, "Pino
Puglisi - il prete che fece tremare la mafia con un sorriso"
(Rizzoli)
RIPRODUZIONE RISERVATA
Ricordo benissimo quel 3 ottobre del 2010 per quella splendida giornata della visita di papa Benedetto a Palermo. Ero responsabile dell'Ufficio Stampa e in molti giornalisti al termine della storica giornata, in Sala stampa mi chiedevano i passaggi del Papa su Don Puglisi. Ho dovuto preparare un piccolo dossier su quei passaggi ( che voi pubblicate nel blog). Ma il ricordo più' bello è' stato il mio personale interessamento per la sosta dinanzi alla stele Falcone a Capaci. E lo racconto: la mattina prima ( giorno 2) alle 9 chiamo P.Federico Lombardi dicendogli " perché' non suggerisce al Santo Padre di fermarsi lungo l'autostrada nella stele Falcone? Per noi siciliani sarebbe un gesto grandissimo!" Lui mi risponde: "è' troppo tardi, bisognava pensarci prima e poi...la sicurezza". Cosi' mi rassegnai. Il 3 ero sotto l'aereo papale per ricevere i discorsi con gli embarghi per consegnarli ai giornalisti prima dell'arrivo del Papa al Foro Italico. In quel momento mi hanno comunicato riservatamente che sull'aereo avevano riferito al Papa la richiesta della sosta ed aveva dato il consenso...ma al ritorno in serata. Cosi' avvenne. In assoluto riserbo abbiamo stilato il comunicato tra Palermo e Roma e alle ore 19,15, quando il Papa si ferma a Capaci abbiamo diffuso la notizia. Una sorpresa per tutti...e immaginate cosa è' successo in Sala Stampa...hanno dovuto rifare tutti i pezzi per la grande novità' dell'evento...molto gradito al popolo siciliano: Il Papa ha pregato a Capaci per tutte le vittime della mafia! Certamente P.Puglisi dal cielo ha illuminato il cuore di Papa Benedetto!
RispondiEliminaPadre Paolo Fiasconaro