«Padre Pino Puglisi è stato un uomo straordinario che ha creduto. Quando si crede in Dio si crede nell’uomo, e lui ha creduto in Dio e ha creduto negli uomini, perché gli uomini possono cambiare. Anche se sembra che la violenza della mafia lo abbia annientato, il ricordo di lui resterà sempre vivo così come i suoi insegnamenti». Lo ha detto il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, ai cinquemila ragazzi che hanno partecipato al «Giovaninfesta 2015», a Realmonte, la città della Scala dei Turchi, «sull’onda del coraggio» e nel ricordo del parroco di Brancaccio ucciso da Cosa nostra il 15 settembre 1993 e proclamato beato il 25 maggio 2013.
«La mafia cerca complici, se facciamo silenzio facciamo il loro gioco», ha detto monsignor Montenegro, sottolineando che «un giovane che ha paura è già diventato vecchio, abbiate il coraggio della testimonianza - ha detto - e andate contro corrente».
A stimolare i giovani al «coraggio e alla passione» dal palco del Giovaninfesta 2015 anche il magistrato Laura Vaccaro, più volte nel mirino di intimidazioni, attualmente procuratore capo del Tribunale dei Minori di Caltanissetta, fino a un anno e mezzo fa nella Dda di Palermo dove si occupava, in particolare, delle famiglie mafiosi trapanesi vicinissime a Matteo Messina Denaro. Ricordando la figura di Padre Pino Puglisi, che ci dice che «il Vangelo e la legalità vanno insieme», ha rilanciato dalla Scala dei Turchi il «forte no alla mafia per costruire una Sicilia migliore».
«Il ricordo di don Pino Puglisi, importantissimo per le giovani generazioni, al Giovaninfesta di Realmonte è stato importante anche per dare all’estero un messaggio positivo della Sicilia sfatando i luoghi comuni», ha detto il sindaco Piero Puccio, che ha raccontato a una delegazione tedesca guidata dal sindaco Epperlborn la figura del prete di Brancaccio che «educava i ragazzi al Vangelo sottraendoli alla malavita che ha cercato di sconfiggerlo uccidendolo, anche se in realtà è lui che ha vinto con Cristo risorto», come disse Papa Francesco in occasione della beatificazione.
Calogero Giuffrida
Giornale di Sicilia 3 maggio 2015
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