Antonino Raffaele |
Sulla fine degli anni Sessanta padre Pino Puglisi lavorò all'istituto Roosevelt dell'Addaura a Palermo, un centro di assistenza per orfani e infanzia disagiata. Antonino Raffaele, che era tra i docenti del Roosevelt, lo conobbe in quell'occasione ed ebbe a sperimentare la sua straordinaria umanità, capacità di educatore e accoglienza. Pur alle prese con insegnanti a volte ideologizzati e di sinistra, il sacerdote riuscì ad aprire un dialogo e a condividere slanci e generosità di quel gruppo. Fino a incontrarli a viso aperto in una taverna con davanti un uovo sodo e un bicchiere di vino. Fino ad accompagnarli nelle prime lotte sindacali per i diritti dei lavoratori del Roosevelt. Raffaele e Puglisi rimasero in stretto contatto e anni e anni dopo si ritrovarono al liceo classico Vittorio Emanuele II: lui preside, l'altro insegnante di religione. Fino al 15 settembre del 1993. Ecco un articolo dell'ex preside che rievoca gli anni del Roosevelt.
di Antonino Raffaele
Padre Puglisi in un gruppo di educatori del Roosevelt |
Mettendo ordine tra le mie carte di anni passati, ritrovo questa foto scattata tra il 1967 e '68 al "Roosevelt" . Lavoravamo ivi come educatori; padre Puglisi era stato assegnato come cappellano e assistente religioso di tale comunità educativo-assistenziale gestita dall'ENAOLI.
Ci erano stati affidati ragazzi (14-18 anni), quasi nostri coetanei. Gli educatori eravamo tutti giovani universitari con una responsabilità certamente più grande di noi: educare adolescenti dai quali ci distanziavano pochissimi anni di età. Quella esperienza, almeno per quanto mi riguarda, ma credo anche per altri colleghi e per lo stesso padre Puglisi, che rispetto a noi educatori aveva qualche anno in più, ha segnato la nostra vocazione professionale futura: lavorare nella formazione dei giovani. Verso la fine degli anni '60 vivemmo una fase di transizione. Erano gli anni della contestazione giovanile nelle università e nei contesti lavorativi.
Noi educatori eravamo infervorati da tale clima. Mao e Marcuse erano spesso nelle nostre citazioni e discussioni animate. I valori di giustizia, di solidarietà, di libertà, di critica al "sistema" animavano le nostre discussioni durante le ore del pranzo che svolgevamo nel refettorietto (cosiddetto "quadrato" riservato agli educatori, al cappellano e al personale). I valori del Vangelo, che contenevano anche quelli di giustizia, di solidarietà, di libertà, arricchiti da quelli di carità cristiana ecc..erano nelle citazioni di padre Puglisi, che ci invitava a "fare un pezzo di strada insieme".
E così con la sua strategia empatizzante, il giovane sacerdote ci conquistava, compartecipando alle nostre animate discussioni, riflettendo insieme, camminando con noi, lungo un percorso di dubbi, di critiche ma anche di gioiosi momenti di "spensieratezza", di sana vivacità, di barzellette, di "sfriculiamenti", come dicevano alcuni colleghi educatori napoletani presenti al "Roosevelt". E' così che padre Puglisi ci conquistava.
Anzi, ci ha conquistato.
Ci erano stati affidati ragazzi (14-18 anni), quasi nostri coetanei. Gli educatori eravamo tutti giovani universitari con una responsabilità certamente più grande di noi: educare adolescenti dai quali ci distanziavano pochissimi anni di età. Quella esperienza, almeno per quanto mi riguarda, ma credo anche per altri colleghi e per lo stesso padre Puglisi, che rispetto a noi educatori aveva qualche anno in più, ha segnato la nostra vocazione professionale futura: lavorare nella formazione dei giovani. Verso la fine degli anni '60 vivemmo una fase di transizione. Erano gli anni della contestazione giovanile nelle università e nei contesti lavorativi.
Noi educatori eravamo infervorati da tale clima. Mao e Marcuse erano spesso nelle nostre citazioni e discussioni animate. I valori di giustizia, di solidarietà, di libertà, di critica al "sistema" animavano le nostre discussioni durante le ore del pranzo che svolgevamo nel refettorietto (cosiddetto "quadrato" riservato agli educatori, al cappellano e al personale). I valori del Vangelo, che contenevano anche quelli di giustizia, di solidarietà, di libertà, arricchiti da quelli di carità cristiana ecc..erano nelle citazioni di padre Puglisi, che ci invitava a "fare un pezzo di strada insieme".
E così con la sua strategia empatizzante, il giovane sacerdote ci conquistava, compartecipando alle nostre animate discussioni, riflettendo insieme, camminando con noi, lungo un percorso di dubbi, di critiche ma anche di gioiosi momenti di "spensieratezza", di sana vivacità, di barzellette, di "sfriculiamenti", come dicevano alcuni colleghi educatori napoletani presenti al "Roosevelt". E' così che padre Puglisi ci conquistava.
Anzi, ci ha conquistato.
Nella foto, che dovrebbe risalire all'anno scolastico 1967/68, da destra a sinistra all'impiedi: Io, Pippo Di Salvo,il compianto Nino Ribaudo, padre Puglisi, Pietro Di Monaco che "sfriculiava" padre Puglisi; in basso: il collega Nardi e, girato verso Di Monaco e padre Puglisi, credo Gaspare Scarpello.
Che fortuna, che grazia avere praticato e conosciute padre Pino Puglisi ...
RispondiEliminaSI' ,io sono quel Pippo Di Salvo della foto e sono orgoglioso di aver condiviso con Padre Puglisi ,Nino e gli altri un'esperienza di lavoro e d'impegno che ha lasciato in me tracce indelebili soprattutto d'umanità.
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