giovedì 10 marzo 2016
IL PAPA: PIU' TRASPARENZA PER LE CAUSE DI CANONIZZAZIONE
La Chiesa si dà nuove norme più trasparenti per la raccolta di soldi per beatificazioni e canonizzazioni. Occorrerà tenere rendiconti dei finanziamenti e sarà creato anche un "fondo di solidarietà" per le spese relative agli aspiranti Santi che, non avendo alle spalle un ordine religioso o una congregazione ricca, rischiano di essere tagliati fuori dalla canonizzazione. E' ancora una volta Papa Bergoglio a rivoluzionare un settore delicato del Vaticano e a indicare la strada di una maggiore sobrietà e trasparenza nella gestione di queste cause, oggetto di indiscrezioni e fughe di notizie su presunti abusi durante i cosiddetti "Vatileaks".
Il Papa, - con un "rescritto" entrato in vigore il 4 marzo «ad esperimentum» per tre anni, e che abroga le norme di Giovanni Paolo II del 1983 - ha stabilito nuove norme per la trasparenza delle spese nelle cause di beatificazione e canonizzazione, e ha istituito un Fondo di solidarietà presso la Congregazione delle cause dei santi per sostenere le cause degli attori meno abbienti. In particolare circa la trasparenza, il rescritto stabilisce che i costi della fase romana della causa siano sostenuti dalla Sede Apostolica, che gli attori vi partecipino con un contributo, che ci sia un amministratore e un sistema di vigilanza sulla amministrazione. È vietato, tranne diversa autorizzazione, usare i fondi per scopi diversi dalla Causa; i bilanci della Causa vanno certificati ed approvati.
Il «Rescriptum ex Audientia Sanctissimi» firmato da Papa Francesco il 4 marzo, premette che «le Cause di beatificazione e canonizzazione per la loro complessità richiedono molto lavoro, comportano spese per la divulgazione della conoscenza della figura del Servo di Dio o Beato, per l'inchiesta diocesana o eparchiale, per la fase romana e, infine, per le celebrazioni di beatificazione o canonizzazione». La Sede Apostolica sostiene i costi della fase romana (quando la Causa, superata la fase in diocesi, approda in Vaticano presso la Congregazione per le cause dei santi), e gli attori possono partecipare con un contributo; viene istituito un fondo per la Causa di beatificazione o di canonizzazione, l'attore deve nominare un amministratore, con il consenso del vescovo. Il rescritto stabilisce gli obblighi dell'amministratore, compreso quello di tenere una contabilità scrupolosa e aggiornata. La vigilanza sull'amministratore compete al vescovo o al superiore maggiore degli istituti di vita consacrata, e la Congregazione per le
cause dei santi può in qualsiasi momento richiede una verifica
dei bilanci e un controllo delle procedure. In caso di inadempienze, la Congregazione può intervenire a livello disciplinare. Il rescritto pontificio stabilisce nel dettaglio le tappe della erogazione dei fondi per la Causa, sia per il riconoscimento del martirio (il martire è Beato senza necessita' di "miracoli"), che per la Beatificazione (con la prima guarigione) e infine per la Canonizzazione (si diventa Santi dopo l'accertamento della seconda guarigione miracolosa). Si stabilisce inoltre che i fondi siano versati tramite bonifico, cioè siano tracciabili. Il Fondo di solidarietà viene costituito presso la Congregazione, alimentato con le offerte degli attori o di altre fonti e se c'è difficoltà a sostenere i costi di una Causa nella fase romana, l'attore può chiedere un contributo alla Congregazione.
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