domenica 20 marzo 2016
PORCARO: "LIBERA" IN SICILIA RIPARTIRA' DALLE PERIFERIE
"Ripartire dalle periferie delle città, spingere associazioni e istituzioni a muoversi, credere nelle grandi potenzialità dei giovani". Tre capisaldi da cui partire per rilanciare la presenza di Libera in Sicilia, nelle parole di Gregorio Porcaro, nominato quattro mesi fa coordinatore regionale del movimento fondato da don Luigi Ciotti, proprio in un momento di conflitti interni e di gravi cadute del cosiddetto fronte antimafia.
Il primo appuntamento importante nella sua nuova veste sarà domani, a Messina, in occasione della XXI Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
Come ogni anno, nel primo giorno di primavera, simbolo di rinascita, la rete di Libera, gli enti locali, le realtà del terzo settore, le scuole e tanti cittadini, assieme alle centinaia di familiari delle vittime, si ritroveranno in circa mille luoghi in tutta Italia, per ricordare nome per nome tutti gli innocenti morti per mano delle mafie. Messina è stata scelta come città «capitale» di questo filo della memoria dipanato 21 anni fa e da pochi giorni riconosciuto ufficialmente dal Parlamento italiano. Durante la mattinata un corteo di circa ventimila persone (questa la stima) attraverserà le centralissime vie Garibaldi, Cavour, Cannizzaro, per giungere in piazza Duomo, dove saranno letti i nomi delle vittime. Previsti alcuni interventi, tra cui quello di don Ciotti, che potranno essere seguiti in streaming sul sito www.libera.it e con collegamenti sui canali Rai.
Un battesimo di fuoco per Porcaro, che da tanti anni vive dall’interno la realtà di Libera, dove ha portato anche la sua esperienza accanto a don Pino Puglisi (ne fu, infatti, amico e viceparroco), ucciso dalla mafia nel 1993. Porcaro, lasciato il sacerdozio, si è sposato, ha avuto due figli e non ha mai smesso di «parlare ovunque di padre Puglisi, in tutta Italia. Ora - aggiunge - mi rendo conto che è finito il tempo di raccontare ed è arrivato quello di mettere in pratica ciò che don Pino mi ha lasciato. Per me è un onore farlo con Libera».
Si riparte da Messina, una provincia che ha dato un tributo di sangue notevole nella lotta alla mafia. «È una delle città di cui si parla di meno, ma che ha bisogno di alzare anche lei la voce - spiega Porcaro -. Libera sta cercando di tirare fuori tutte le voci di società civile organizzata, tante scolaresche arriveranno da Sicilia e Calabria. Speriamo che sia un trampolino di lancio per i giovani, per costruire quel futuro che la mafia ha rubato. Di questi giovani non vogliamo perderne nemmeno uno. Sono un insegnante, un padre, non posso perdere la speranza nei ragazzi, conto sulla loro energia. Sta a noi adulti tirare fuori il meglio che c’è in loro».
Il nuovo coordinatore sottolinea l’importanza del riconoscimento da parte del Parlamento della giornata della memoria: «È utile riflettere sul fatto che anche il mondo politico si sia reso conto che il valore della memoria è fortissimo, che non va disperso». Le polemiche degli ultimi mesi tra Franco La Torre, figlio di Pio, e don Ciotti hanno dimostrato che, però, anche Libera «ha bisogno di una rivisitazione interna e tornare nei territori che hanno più bisogno, dove c’è una cultura degradata, nelle periferie. Oltre che a ricucire sono chiamato a lavorare nei quartieri. È necessario che Libera si autocorregga, non è perfetta. Il fatto di essere così grande può aver creato beghe interne. Bisogna essere più attenti, smettere di mormorare, come dice don Luigi, e imparare a dialogare meglio tra di noi».
Alessandra Turrisi
Giornale di Sicilia, 20 marzo 2016
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