L'asilo nido realizzato nei locali di via Hazon |
Occorreranno circa dieci giorni per risolvere il problema della fuoriuscita dei liquami negli storici locali di via Azolino Hazon. Da due giorni sono all’opera nella struttura di Brancaccio, con ingresso da via Simoncino Scaglione 17, gli operai inviati dal Comune nell’ambito dell’accordo quadro per i lavori di manutenzione e pronto intervento negli immobili di proprietà e pertinenza comunali. Un intervento che arriva dopo sei mesi e mezzo di chiusura dei locali in uso al Centro Padre Nostro onlus, con conseguente interruzione del servizio rivolto alle famiglie e ai bambini.
Si tratta dei magazzini sognati dal beato don Pino Puglisi a Brancaccio, quelli strappati ai loschi affari della criminalità del quartiere. Dopo 22 anni, infatti, i locali di via Azolino Hazon, che il sacerdote ucciso dalla mafia aveva individuato per realizzarvi un centro aggregativo o la scuola che allora mancava a Brancaccio, sottraendoli alle attività della mafia, nell’autunno del 2014 erano finalmente diventati un centro di servizi per il territorio e uno spazio-gioco per i bambini più piccoli.
Un'altra immagine dell'inaugurazione |
Ma a un anno dall'inaugurazione dei locali, lo sportello di ascolto psico-sociale, quello di orientamento per favorire l’inserimento lavorativo, quello di supporto ai disabili e le attività per l’infanzia hanno dovuto chiudere a tempo indeterminato, per una fuoriuscita di liquami provenienti dagli scarichi del palazzo.
Un problema segnalato già precedentemente al Comune dal centro Padre Nostro, che in Ats insieme con altri enti (Engim Sicilia, Immagininaria ragazzi, Gruppo Sali) stava portando avanti il progetto inserito nel Pisu (Progetto integrato sviluppo urbano) «Palermo Capitale», grazie a risorse europee di circa 950 mila euro. «Dopo numerose denunce e segnalazioni – spiega Maurizio Artale, presidente del centro Padre Nostro —, il Comune ha finalmente provveduto a mandare la squadra per l’intervento, che speriamo sia risolutivo». Un impegno che era stato assunto dal vicesindaco Emilio Arcuri già alla fine di febbraio scorso. Ma i problemi, riguardo alle opere che ruotano attorno alla memoria del sacerdote martire, purtroppo non finiscono mai. Le continue incursioni teppistiche e i furti nelle strutture gestite dal Centro Padre Nostro sono un aspetto. «Ma anche la memoria di don Pino non è certo rispettata», aggiunge Artale, che punta il dito ancora una volta, dopo quasi due mesi, contro il capolinea di due autobus «piazzato proprio davanti al luogo del martirio del beato Puglisi», in piazza Anita Garibaldi, «oscurandone totalmente la visuale». L’assessore comunale alla Mobilità, Giusto Catania, aveva garantito lo spostamento del capolinea, che però si trova ancora lì
Alessandra Turrisi
Giornale di Sicilia 13 aprile 2016
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