"Don Pino, martire di mafia":
l’uomo che morì
sorridendo ai suoi killer
di Francesco Antonio Grana
Il Fatto quotidiano 7 luglio 2016
Monsignor Vincenzo Bertolone, postulatore della causa di beatificazione |
“Era un parroco fastidioso che spaventava Cosa Nostra – sottolinea il presule
che ricorda quanto affermato dal killer Giovanni Drago affiliato alla mafia e
poi pentito – Don Pino era una spina nel fianco. Predicava, predicava, prendeva
i ragazzini e li toglieva di strada. Faceva processioni, gridava di lottare.
Questo era sufficiente, anzi era sufficientissimo per farne un obiettivo da
togliere di mezzo”. Per Bertolone Puglisi “diventa il simbolo concreto di una
Chiesa che non è più quella di certi parroci compiacenti e di certi cappellani
carcerari, pronti a riverire e servire i mammasantissima al Grand Hotel
dell’Ucciardone, ma che si fa incontro al prossimo ai crocicchi della vita, per
svolgere una funzione evangelicamente educativa. Questa è la mafia che uccide
Puglisi”. Il presidente del Senato Pietro Grasso, autore della prefazione del
volume, sottolinea che “uno dei miracoli di don Pino è stato quello fatto con
il suo sorriso ai killer che lo stavano per uccidere: due mafiosi feroci che si
sono convertiti e hanno dato un grande contributo per l’accertamento della
verità e della giustizia anche recentemente, facendo riaprire indagini
importanti come quella sulla strage di via d’Amelio”. Il martirio di don Pino
Puglisi non è purtroppo un’eccezione. Bergoglio, come ricorda il curatore del
volume Salvatore Cernuzio, vaticanista di Zenit, ripete spesso che “oggi ci
sono più testimoni, più martiri nella Chiesa che nei primi secoli”.
Secondo il
giornalista “il sangue versato da don Pino Puglisi sui marciapiedi di
Brancaccio basterebbe da solo a mostrare quanto quest’affermazione di Papa
Francesco non sia solo uno slogan ma l’immagine cruda e nitida di una tragica
verità. Don Pino è, a tutti gli effetti, un testimone e un martire del nostro
tempo; un parroco del Sud come tanti, tuttavia straordinario nella sua
ordinarietà, vittima di un sistema di potere come la mafia, basato sulla paura,
le estorsioni, le minacce. E su un tacito consenso sociale, purtroppo. Lui
contro questa forza oscura, che nella Sicilia del suo tempo era pronta a
divorare giovani e adolescenti, ha opposto solo la forza del Vangelo. Nulla più”.
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