La professoressa Maria Lo Presti è stata amica e collaboratrice di padre Pino Puglisi a partire dagli
anni '80 e specialmente in occasione della mostra vocazionale che si tenne al Palazzo Arcivescovile (cliccando qui potete leggere altre informazioni). Oggi è insegnante
di religione nella scuola statale e docente presso la Facoltà Teologica di
Sicilia e nella Scuola Teologica di Base (di cui è vice direttrice). Ecco il suo ricordo di padre Puglisi in un articolo inviato al blog che state leggendo.
di Maria Lo Presti
«Le
ombre si distendono, scende ormai la sera e si allontanano dietro i
monti i riflessi di un giorno che non finirà, di un giorno che ora
correrà sempre, perché sappiamo che una nuova vita da qui è
partita e mai più si fermerà». Non si può fermare una vita in
Cristo! Il canto Resta qui con noi prosegue poi: «…il
sole scende già, se tu sei tra noi la notte non verrà». Con
questo canto avevano termine gli incontri di preghiera dei giovani
animati da p. Pino Puglisi e da un’équipe: tali parole
risuonano con forza oggi, mentre abbiamo ancora negli occhi e nel
cuore la celebrazione del 25 maggio 2013 al Foro Italico.
Potrebbe
risultare sorprendente vedere quanto clamore e quanta notorietà vi
siano attorno alla figura ed alla vicenda di p. Puglisi che nulla
faceva per apparire, che sapeva valorizzare gli altri assegnando
ruoli e compiti; e che avrebbe saputo cogliere motivi per sorridere,
scherzare ed ironizzare sul tanto parlare di lui. Eppure, come dice
la Scrittura, «alla morte di un uomo si rivelano le sue opere» (Sir
11,27). Il martirio di p. Puglisi fa risaltare quanto egli ha
espresso e vissuto nella sua vita: il martirio ha portato a
compimento quella piena adesione a Cristo che si fa attenzione
all’uomo, cura di ciascuno.
Scherzando
su di sé, sulle sue grandi orecchie, p. Puglisi le riteneva un dono
dato ‘per ascoltare’: l’ascolto-attenzione a ciascuno è una
nota caratteristica di p. Puglisi. Sempre la stessa attenzione, lo
stesso amore che non demorde, rivolto agli abitanti del quartiere di
Brancaccio, gli è costata la vita.
P. Puglisi guardava a ciascuno ‘in prospettiva’, con fiducia,
senza fermarsi a giudicare per condannare, certo del valore di ogni
uomo oggetto dell’amore di Dio. Iniziò a collaborare con le
Assistenti Sociali Missionarie fin da quando si trovò ad operare nel
quartiere di Romagnolo (1964), intervenendo in un contesto complesso
in cui erano presenti diverse forme di povertà e di disagio.
Successivamente, sempre con le Assistenti Sociali Missionarie, si
impegnò anche presso la Casa Madonna dell’Accoglienza, che opera
in favore di donne in difficoltà, quali ad esempio ragazze-madri.
P.
Puglisi proveniva dagli studi presso l’Istituto Magistrale, quindi
aveva una formazione in ambito pedagogico, e per rendere un buon
servizio a quanti incontrava, continuava a curare la sua preparazione
e si aggiornava. Aveva un’infinità di impegni, eppure riusciva a
ritagliare i tempi per partecipare a corsi e convegni dai quali
attingere ai modelli pedagogici, di d. Bosco, di d. Milani…
L’attenzione alla metodologia emerge dai verbali del Centro
Diocesano Vocazioni (CDV). Inoltre, nella sua casa l’unica
ricchezza erano i libri, tantissimi; gran parte riguardavano la sacra
Scrittura, ma largo spazio avevano pedagogia e psicologia. P.
Puglisi, pur proponendosi con semplicità, era ben preparato. In uno
dei recenti convegni a lui dedicato è stato felicemente detto di p.
Pino che aveva una grande cultura ‘non ostentata’. Promuoveva
anche la formazione altrui: a Godrano sostenne i giovani perché
studiassero; a Brancaccio volle che vi fosse la Scuola Teologica di
Base.
La
sua formazione in ambito pedagogico lo rendeva particolarmente
efficace nell’azione con i giovani. Fu mons. Francesco Pizzo a
chiamare p. Puglisi al CDV. Partecipò, quindi, alla stesura del
Piano Diocesano Vocazioni: un direttorio che per la sua valenza e
ricchezza è balzato all’evidenza nel panorama nazionale. Il Piano
Diocesano Vocazioni fu presentato il 2 febbraio 1980, mentre p.
Puglisi era già divenuto direttore del CDV (1979). P. Pino Puglisi
dal 1980 fu anche vice-delegato del Centro Regionale Vocazioni (CRV)
e poi direttore del CRV dal 1986; ha quindi partecipato agli incontri
del Centro Nazionale Vocazioni (CNV) dal 1986 al 1990.
Dall’esperienza
fatta in ambito nazionale già da vice-delegato, è scaturita
l’organizzazione della mostra vocazionale, prima a Palermo e poi a
Siracusa: come al solito, in maniera discreta e senza per nulla
apparire, p. Pino ha coinvolto centinaia di persone per fare da guida
alla mostra vocazionale, che ha avuto migliaia di visitatori.
A
Palermo, la mostra è stata portata nel 1984 mentre si svolgevano le
missioni popolari: così, come migliaia di operatori erano impegnati
per le missioni, altri erano coinvolti da p. Puglisi per lavorare con
i giovani che visitavano il percorso della mostra Sì, ma verso
dove? Anche al CDV p. Puglisi ha coinvolto tanti: dal 1985, ha
costituito delle équipes, per far crescere nella comunione, e
per una fruttuosa ed incisiva collaborazione-animazione per le
parrocchie. Proprio perché fondato su una solida spiritualità che
attingeva all’ascolto della Parola, p. Puglisi era anche
estremamente concreto ed, inoltre, non lavorava da solo: quasi si
defilava, ed operava perché ciascuno scoprisse i doni ricevuti, li
mettesse a frutto e assumesse responsabilità.
Tra
le attività promosse, sempre per i giovani, mi piace ricordare i
momenti di preghiera mensili, ed in particolare l’itinerario
proposto nel 1986-87, dove punto di partenza era la
scoperta-meraviglia di essere figli di Dio. Questo era un tema caro a
p. Pino che aderiva al movimento Crociata del Vangelo (oggi
Presenza del Vangelo) che promuove la giornata del Padre
nostro celebrata il 26 gennaio, in continuità con la Settimana
di Preghiera per l’Unità dei Cristiani. P. Pino Puglisi ha
curato, inoltre, con Lia Cerrito un commento al Padre nostro,
dove si mettono a confronto mentalità diverse: quella del credente
che riconosce Dio come Padre, e quella dei mafiosi che chiamano padre
‘chi dà il pane’, e non importa come.
Nel
1986-87 gli incontri si svolgevano presso la parrocchia Mater
Misericordiæ, chiesa spaziosa, per poter accogliere le centinaia di
giovani che partecipavano e affollavano l’aula ecclesiale. Lo
schema dell’itinerario faceva riferimento alla preghiera del Padre
nostro. Ogni momento di preghiera era intessuto dalla Parola di
Dio con brani scelti in modo puntuale, non banale, e tali da ‘far
ardere il cuore’: alla scoperta del Padre che costituisce ciascuno
suo figlio, ed infine coinvolge-innesta in un dinamismo di
fiducia-apertura, speranza contro ogni speranza, amore per tutti. I
testi erano accompagnati da ampi spunti per la riflessione personale,
che fornivano uno strumento-guida-traccia per la preghiera personale,
a cui era riservato un tempo di silenzio. Si alternavano i canti e
veniva posto un gesto-segno, sobrio, che implicava il coinvolgimento
di tutti per imprimere nella mente e nel cuore ciò che costituiva il
tema centrale di quel momento di preghiera. Venivano anche suggeriti
dei testi biblici con cui continuare a meditare e a pregare. Gli
incontri di preghiera erano un’efficace scuola di preghiera, in cui
mettendosi accanto a chi sa ‘aprire il suo cuore’ con espressione
confidente, si scopre la bellezza del dialogo-amorevole che si
intesse tra Padre e figli, del Padre con ciascun figlio. Infine, nel
mese di maggio una giornata presso l’Istituto Maria Mazzarello ha
concluso l’itinerario con un mandato missionario: tutta una mattina
di ascolto-preghiera indimenticabile!
È
importante sottolineare, inoltre, il senso ecclesiale che aveva p.
Puglisi, ed a cui educava gli altri. Un segno di ciò era il suo modo
di partecipare sempre, ed attivamente, alle assemblee diocesane: non
mancava mai un suo intervento. Così come sollecitò il CDV a dare un
contributo per il documento diocesano La Chiesa Particolare
(22 maggio 1988), in sintonia con l’ecclesiologia comunionale del
Vaticano II, e sempre con uno sguardo alla pastorale d’insieme.
Nelle assemblee, ed in ogni contesto, la sua era una partecipazione
serena: un membro del Centro Nazionale Vocazioni in un incontro lo ha
ricordato come ‘un sacerdote felice di essere sacerdote’.
Impegnato,
e sempre disponibile, p. Puglisi faceva tanto, ma non appariva preso
da ritmi frenetici, ed a ciascuno dedicava attenzioni come se non
avesse niente altro da fare: la persona che gli stava di fronte era
unica e importante, e questa esperienza rimane nel cuore di
tantissimi! Piace anche ricordare, a tal proposito, quell’immagine
significativa per p. Pino dell’orologio senza lancette, perché
donato a tempo pieno.
L’attenzione
a ciascuno era discreta, ma all’occorrenza si faceva anche
intervento, dialogo, incoraggiamento. Ho avuto modo, in particolare,
di notare la sua capacità di attenzione in occasione della mostra
vocazionale, perché coinvolta, tra i tanti, da p. Pino per la mostra
vocazionale: è stata una sorpresa accorgersi dell’essere stata
individuata e chiamata. Inoltre, ricordo indimenticabile è il
percorso fatto con p. Puglisi nelle sale del palazzo arcivescovile la
sera prima dell’apertura della mostra: non conoscevo l’itinerario
da proporre, e p. Pino mi ha guidato, per prepararmi, facendomi fare
esperienza di quel cammino. Da circostanze come questa, p. Puglisi
costruiva relazioni che sapeva curare: non è un caso che sia
riuscito a coinvolgere centinaia di persone per la mostra
vocazionale, per i momenti di preghiera…
Nell’immaginetta
che aveva fatto preparare per la sua prima Messa vi era scritto,
disponibilità e progetto definiti: «O Signore, che io sia strumento
valido nelle tue mani per la salvezza del mondo». Con la sua
determinazione non demordeva nelle difficoltà: così a Godrano dopo
una prima fase felice del suo operato si ritrovò a ricominciare da
capo, e come? Ripartendo sempre dall’annuncio del Vangelo. E la sua
perseveranza non lo ha fatto recedere nella testimonianza neanche nel
quartiere di Brancaccio.
Significativa
mi sembra la scelta della data della memoria liturgica del Beato
Giuseppe Puglisi, il 21 ottobre, in coincidenza con quella del suo
Battesimo: quel santo Battesimo che fa nascere alla vita di figlio,
scoperta con meraviglia e oggetto di lode fino alla fine.
Fonte: Theofilos del novembre 2013
Padre Pino Puglisi è stato un testimone credibile della fede in Gesù Cristo, sino a dare la vita per testimoniarla.
RispondiElimina