Per gentile concessione della casa editrice Bur-Rizzoli pubblichiamo la prefazione di mons. Corrado Lorefice al volume "Se ognuno fa qualcosa si può fare molto" del giornalista Francesco Deliziosi, che ha raccolto e commentato gli scritti più significativi del sacerdote-martire.
Mons.
Corrado Lorefice
A
venticinque anni dal martirio di padre Pino Puglisi giunge a tutti
noi un dono ricco e fecondo: si tratta di questo importante e
prezioso libro curato da Francesco Deliziosi, giornalista
palermitano, che è stato alunno prima e collaboratore poi di padre
Pino, particolarmente negli ultimi anni di vita, caratterizzati dal
suo ministero pastorale presso la comunità parrocchiale di
Brancaccio, laddove egli suggellò la sua esistenza con la palma del
martirio, offrendo la vita per il suo popolo, quale mite agnello
immolato ad immagine del Cristo.
Deliziosi
non è certo nuovo a fatiche di questo tipo, avendo riflettuto,
ricercato e scritto sul martire siciliano fin dal momento
immediatamente seguente alla sua uccisione per mano mafiosa1.
Potremmo dire che non si tratta di una nuova opera sul presbitero
palermitano, che si aggiunge alle numerose altre che diversi autori
hanno proposto in questo quarto di secolo, ma di un’“opera nuova”
in quanto l’intento precipuo di Deliziosi è quello di permettere
al lettore di attingere direttamente agli scritti di padre Pino, per
mostrarne il pensiero sapiente, il cammino cristiano e presbiterale,
nonché ciò che lo contraddistingue in maniera del tutto particolare
ed originale: il suo essere educatore dei ragazzi e dei giovani.
Avere a disposizione tanto materiale di prima mano, rende possibile
entrare in dialogo con questo straordinario presbitero della nostra
Chiesa, apprezzarne le lucide riflessioni, condividerne le paterne
preoccupazioni, lasciarsi guidare e orientare dalla sua sapienza
pedagogica, tutta intrisa di Vangelo.
C’è
un chiaro intreccio, ormai da tutti riconosciuto, tra l’opera
educativa di padre Puglisi e la sua vicenda biografica, che lo ha
visto pienamente incarnato nella vita sociale ed ecclesiale della sua
città e di tutta l’Isola. Sia nella veste di animatore
vocazionale, sia nel suo ministero di parroco, padre Pino si rivela
attento lettore del vissuto reale dei destinatari del suo servizio.
La sua proposta vocazionale o le sue scelte pastorali restano sempre
segnate dalla provocazione che sale dalla realtà siciliana,
appesantita dalla diffusa mentalità e prassi mafiosa. Illuminante, a
tal proposito, una sua riflessione in merito al fenomeno mafioso:
«Malgrado tutte le sue mimetizzazioni, si tratta di una cultura e di
una mentalità antievangelica e anticristiana, addirittura, per tanti
aspetti, satanica: essa falsa termini che indicano valori positivi e
cristiani come “famiglia”, “amicizia”, “solidarietà”,
“onore”, “dignità”; li distorce e li carica di significati
diametralmente opposti a quelli cristiani. […] Ora questa
“cultura”, lentamente e insensibilmente viene assorbita dalla
gente dei nostri paesi, pure estranea alla “società della mafia”,
pure ricca di tanti valori e convive in tutta buona fede con forme di
religiosità tradizionali e devozionali»2.
Nella
vita e nel ministero del mite presbitero palermitano troviamo una
spiccata sensibilità verso i temi della non violenza, della
giustizia e della pace, sempre affrontati alla luce del messaggio
evangelico, ove trovava le necessarie energie per dare il suo fattivo
e generoso apporto alla liberazione della sua gente da ogni forma di
sopraffazione e schiavitù.
I
destinatari privilegiati dell’opera di padre Puglisi sono
soprattutto le giovani generazioni, quanti cominciano a muovere i
primi passi dentro il grande mistero della vita. E siccome essa è
una traditio,
una “consegna” non solo della conformazione biologica, ma
soprattutto di ciò che le dà valore e significato, per il prete
palermitano era urgente offrire un sano ambiente di vita e una chiara
proposta formativa a chi, specialmente se posto in un contesto
“antieducativo”, deve ancora apprendere l’arte del vivere. Si
tratta, come lui stesso amava affermare, di prediligere la via
dell’incarnazione,
del coinvolgimento diretto e della condivisione
per dare dei modelli di comportamento e per cercare di muovere tutto
l’ambiente.
L’opera
che abbiamo tra le mani offre una profonda immersione nel lessico e
nel vocabolario di padre Pino, ci permette di farci insieme a lui
condiscepoli dell’unico maestro: Cristo Gesù. La ricchezza del
materiale contenuto in questo volume rappresenta un’enorme fonte
cui potere attingere a piene mani, non solo per conoscere il pensiero
e l’opera di padre Puglisi, ma anche per l’azione pastorale della
Chiesa, impegnata spesso a fronteggiare problematiche uguali o simili
rispetto a quelle del martire palermitano. Riteniamo, infatti, che
questo libro costituisca un prezioso servizio a numerosi livelli
dell’agire ecclesiale, come anche di quello pedagogico-sociale.
Penso particolarmente ai presbiteri, ai diaconi, ai diversi operatori
pastorali, soprattutto a quelli impegnati nel campo vocazionale e
della catechesi, agli insegnanti e ai tanti educatori che si spendono
a servizio delle giovani generazioni. Ma penso anche a tutti coloro
che, impegnati nella politica e nel sociale, desiderano approcciare
un illuminante modello pedagogico che offre preziose chiavi di
lettura non solo sulla realtà palermitana, ma sulla società
contemporanea, afflitta da svariati mali che la deturpano e la
abbrutiscono.
Una
cosa emerge in tutta evidenza leggendo e rileggendo le pagine degli
scritti di padre Pino Puglisi: il suo essere cristiano, prete ed
educatore, e – come direbbe il poeta Mario Luzi - «lo conferma
come compagno assente / lo conferma nel suo carisma cristicamente»3.
Con
lui, amico e compagno di cammino, reso assente dalla violenza degli
uomini ma palesemente presente a motivo del suo supremo atto d’amore,
“reale memoriale” del martirio di Cristo, condividiamo la visione
evangelica di una Chiesa in diaconia del mondo; di comunità
cristiane fraterne, animate da preti che le aiutino a storicizzare
creativamente l’unico ed esclusivo mandato che hanno l’obbligo di
custodire e incrementare con solerte diligenza: condividere con tutti
gli uomini, nella povertà dei mezzi e con la forza della mitezza,
l’energia liberante e risanante dell’Evangelo del Regno.
1
Cf. F. Deliziosi,
«3P» Padre Pino
Puglisi. La vita e la pastorale del prete ucciso dalla mafia,
Milano 1994; Id., Don
Giuseppe Puglisi. Il prete martire ucciso dalla mafia,
Bagheria 1999; Id., Don
Puglisi. Vita del prete palermitano ucciso dalla mafia,
Milano 2006; Id.,
Pino Puglisi. Il prete
che fece tremare la mafia con un sorriso,
Milano 2013.
2
Premessa alle
catechesi sul Padre Nostro,
in L. Cerrito,
Lettura esistenziale
del Padre Nostro per un itinerario di catechesi a confronto con la
“cultura” e la mentalità mafiosa,
Movimento “Presenza del Vangelo”, Palermo 1992, 3-4.
Si
veda anche la ricca e interessante Relazione
sulle quattro parrocchie comprendenti il quartiere
Brancaccio-Ciaculli in occasione della visita straordinaria del
card. Salvatore Pappalardo,
Palermo 11 gennaio 1991, Dattiloscritto AGP, b. IV, fasc. 11.
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