lunedì 22 luglio 2019
A Godrano nasce un museo per don Pino
L’aveva definita «l’esperienza parrocchiale più bella della sua vita». Quella che il Beato padre Pino Puglisi - ucciso da Cosa Nostra il 15 settembre 1993 - aveva vissuto nella chiesa di Godrano dal 1° ottobre 1970 al 31 luglio 1978. Ed è proprio nel paese ai piedi della Rocca Busambra che il prossimo 3 settembre alle 17,30 verrà inaugurato un museo interamente dedicato al prete che con la parola e l’educazione alla legalità aveva sfidato Cosa Nostra.
Un progetto nato dal basso, fortemente voluto dalla comunità di Godrano, in particolar modo da padre Massimiliano Purpura, parroco della chiesa Maria Santissima Immacolata. All’interno del museo si potranno ammirare paramenti, oggetti sacri utilizzati dal Beato, una mostra fotografica itinerante e varie opere realizzate da artisti internazionali che hanno voluto contribuire al progetto. «Finalmente ci siamo svegliati», dice la professoressa Lia Caldarella, tra i curatori del museo e per tanti anni vicina di casa di Puglisi e parrocchiana durante la sua esperienza a Godrano. «È un museo nato dal basso - spiega - ed è questa la valenza più importante. Sarà uno spazio culturale nel quale abbiamo previsto un’aula dedicata a videoproiezioni, dibattiti, presentazioni di libri. Insomma sarà un luogo di memoria aperto a tutti. Permettere, inoltre, ai ragazzi che arrivano dal nord Italia, di venire a Godrano e condividere i ricordi nel luogo in cui è partita l’esperienza parrocchiale del Beato sarà emozionante». «Questo museo - aggiunge - che i ragazzi di allora hanno realizzato rappresenta il centro attivo della sua memoria. 3P è stato per noi colui che ci ha fatto innamorare di Cristo, quel Cristo che lui vedeva in ogni persona che incontrava. Tra noi è stato un prete per la gente e con la gente».
Il museo apre le porte a tutti coloro i quali vorranno contribuire anche con una fotografia o un semplice oggetto che ricordi la figura del Beato. Per testimoniare il rapporto che lega a doppio filo Godrano e padre Puglisi, «l’intera comunità - fa sapere Caldarella- sta seguendo l’iter per nominare Puglisi co-patrono di Godrano».
Ricordo, dunque, che diventa memoria attiva. Ed è inevitabile, per i ragazzi cresciuti con Puglisi nel piccolo paese di mille anime, riavvolgere il nastro del tempo e tornare a quel drammatico 15 settembre 1993: «Mi diceva sempre: “Sei la mia vicina più prossima”», ricorda Caldarella. «Noi ragazzi di Godrano siamo stati gli ultimi ad accarezzarlo dopo l’autopsia. Un momento che non dimenticherò mai». Ma c’è anche un ricordo più lieto: «Puglisi diceva sempre che l’esperienza parrocchiale a Godrano era stata la più bella della sua vita».
Giorgio Mannino
Giornale di Sicilia
21 luglio 2019
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