martedì 22 ottobre 2024

Lorefice a Brancaccio: don Puglisi traccia un cammino di liberazione ancora oggi


 

La città celebra la memoria liturgica del Beato Giuseppe Puglisi. Il prete martire, ucciso da Cosa nostra il 15 settembre 1993, è stato ricordato e celebrato in tutti i vicariati dell’arcidiocesi, è toccato a monsignor Corrado Lorefice celebrare la messa a Brancaccio, nella chiesa di San Gaetano, quella che fu la parrocchia di Puglisi. La scelta del 21 ottobre è legata alla data del battesimo di don Puglisi, avvenuto alla Kalsa, nella chiesa di Santa Maria della Pietà, e anche per il fatto che la Chiesa già celebra il 15 settembre (giorno dell'omicidio) la memoria della Vergine Addolorata. Lorefice ha definito nell'omelia la mafia come una "perfida struttura di peccato"

Nel pomeriggio di ieri molti i segni lasciati da «3P», uno tra i tanti la chiesa affollata, a testa alta e con la consapevolezza di camminare sugli insegnamenti di Puglisi: «Il suo martirio - ha detto Lorefice nell’omelia - riconsegna alla chiesa e soprattutto ai suoi fratelli presbiteri e diaconi, lo sguardo di Gesù che contempla un seme di grano caduto nella terra disposto a morire. Siamo chiamati anche noi a guadagnare, come Gesù e come i martiri della fede, uno sguardo simbolico, la forza dei segni. Siamo invitati a osare l’audacia della fede e della testimonianza cristiana che ci chiede di disfarci di false sicurezze umane per essere ricchi solamente dell’Evangelo che ci è stato donato».

Lorefice ha poi indicato una via da perseguire, che è quella dell’amore, che «traccia cammini di liberazione e di riscatto. L’amore per tutti e in particolare per i piccoli, i poveri e gli emarginati. L’amore - ha concluso - ci cambia la vita e cambia la vita di chi ci sta accanto ed è affidato alla nostra responsabilità. Pino Puglisi ricorda alle nostre comunità cristiane che Gesù lo si vede seguendolo, lo si conosce standogli dietro, ricalcando il suo solco, rimanendo con lui nella traccia della terra dove la vita ci ha seminati e dove la Chiesa ci ha inviati».

Padre Puglisi, fedele alla sua missione di presbitero combatteva il male con l’amore, le sue «armi» erano il Vangelo e il sorriso, «equipaggiamenti» che lo accompagnarono fino al suo sacrificio».


Giovanni Azzara

Giornale di Sicilia 22 ottobre 2024

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